HO VISSUTO UN MOMENTO MAGICO
Ho atteso qualche giorno prima di scrivere le mie emozioni, sensazioni, impressioni sul viaggio a Pola, 16-19 giugno 2011, organizzato per gli Esuli dalla mia Città. Non è facile descrivere le emozioni provate, prima di tutto perché eravamo si in tanti e però molto estranei fra noi, ci univa l’amore che tutti abbiamo provato nel rivedere Pola, l’Arena, il mare. Ritornare indietro nel tempo, sessantaquattro anni, e tanti ricordi espressi in dialetto e però parlato con accenti diversi, dal piemontese al genovese, al toscano, al romagnolo, al romano… faceva uno strano e colorito effetto sentire tante cadenze per un’unica forma dialettale.
E’ come se avessi fatto un sogno, ritrovarmi non più bambina nell’androne di Via Dante, angolo Via Capaccio, in una casa in cui la mia famiglia e tanti altri abbiamo abitato per diversi anni. Ero con altre persone la cui nonna abitava li, era amica di mia mamma. Ho suonato ad un campanello che poteva essermi amico, così è stato; è stato un accavallarsi di parole e soprattutto di pensieri. Non avrei mai pensato di poter entrare in quel portone che avevo aperto e chiuso tantissime volte. Questa è stata l’emozione più grande di cui ringrazio gli organizzatori, bravi, encomiabili; organizzare un’incontro senza sapere quanti sarebbero venuti è stata una sfida, ritrovarsi duecento persone ciascuna delle quali con il proprio bagaglio di ricordi, gioie e dolori che hanno frugato nella memoria e nelle via della ricerca di un pezzetto della loro vita e condensata nella fatidica frase: <<ti te ricordi>>.
L’abbraccio è stato soprattutto fra noi, anche se ideale. Abbracciare i rappresentanti della Comunità degli italiani personalmente non mi interessava, l’hanno fatto i rappresentanti degli Esuli. Un merito alla cittadina di Valle, che ci ha accolto con la banda, i cori, tanti crostoli e tante persone che apparentemente indifferenti, salutavano tutti con un calorosissimo <<buon giorno>>. Lo stesso vale per la cittadina di Dignano, che ci ha ospitato nella sede della Comunità degli italiani per una dissertazione sulle origini della Città. Si sono sorvolati momenti bui da entrambe le parti, la chiarezza non giova al fraterno abbraccio, anche se deve essere la base dei futuri rapporti. E però ho capito che, in silenzio, gli italiani sono ancora amati. La S. Messa in Duomo, le foto di circostanza e un pensiero ai marinai della nave affondata nel1918, nel Cimitero della Marina, hanno chiuso il mio momento magico.
Devo ancora riprendermi e capire che vivo fra le montagne, peraltro amiche, e non in riva alla spiaggia di Stoia, le cui acque verd’azzurre mi hanno riempito di gioia e di malinconia.
Cordialità. Anna Maria Marcozzi Keller (Rovereto)