Passi avanti di grande rilievo
In quest’ultimo mese abbiamo registrato alcuni indiscutibili passi avanti sia nell’Adriatico orientale sia sul “fronte interno”, malgrado qualche nota dolente.
Nei nostri territori d’origine sono stati inaugurati ben tre presìdi di italianità linguistico-culturale: la sede della Comunità degli Italiani di Visignano, la ristrutturata Scuola Elementare Italiana di Rovigno e la Scuola Italiana dell’Infanzia di Zara (pag. 2). All’apertura di quest’ultima si stava lavorando da dieci anni e troppe volte si erano perse le speranze. Ma la sinergia tra istituzioni italiane “genitrici” (esuli compresi) e l’inattesa disponibilità della nuova amministrazione municipale zaratina hanno reso possibile il miracolo: la rinascita in Dalmazia di un ente scolare italiano 60 anni dopo la forzosa chiusura dell’ultimo. «Un premio – avrebbe detto Manzoni – ch’era follia sperar».Memorabile è da considerarsi la sincera richiesta di perdono rivolta dal presidente della Lega dei Combattenti Antifascisti e degli Antifascisti della Regione spalatina Krešimir Sršen ai familiari e discendenti di 32 civili innocenti massacrati dai partigiani il 15 giugno 1942 nell’entroterra dalmata (pag. 6). Non era mai accaduto prima.
Nessun accento anti-italiano si è sentito il 25 settembre a Pisino durante la seduta solenne per il 70° anniversario dell’annessione dell’Istria alla Croazia. Il presidente regionale della Lega dei Combattenti Antifascisti e degli Antifascisti Tomislav Ravnić ha addirittura evocato in negativo le foibe, sia pure sostenendo che non ci sarebbero state senza la pesante offensiva tedesca dell’ottobre 1943. Naturalmente questo legame di causa-effetto è fallace, poiché l’unico nesso tra i due eventi consiste nella volontà dei partigiani jugoslavi di eliminare scomodi prigionieri, già maltrattati o seviziati, che avrebbero potuto denunciarli alle nuove autorità nazi-fasciste. Quegli infoibati erano tutti civili innocenti. Ma l’inatteso richiamo di Ravnić indica che i nostri Percorsi della riconciliazione sul ciglio di alcune foibe del ’43 hanno prodotto qualche esito anche fra i più refrattari. Sempre a Pisino il presidente della Regione Istriana ha ribadito la richiesta di autonomia speciale e rispetto dell’istrianità in risposta ai tentativi di accorpamento amministrativo con il Quarnero e la Lika.
Il presidente del Parlamento croato Josip Leko ha fatto invece un po’ di fatica a celare dietro un omaggio alle minoranze etniche lo spirito sciovinista e anti-italiano della ricorrenza nazionale del 25 settembre istituita dal Sabor nel 2005 in antitesi al Giorno del Ricordo. L’esaltazione acritica di documenti, come le Decisioni di Pisino del 25-26 settembre 1943, che calpestano il diritto all’autodeterminazione democratica dei popoli stride con i principi europei adottati pure dalla Croazia. Nel 1946 il rifiuto jugoslavo del plebiscito per definire il nuovo confine con l’Italia tradiva l’implicita consapevolezza che in realtà la maggioranza degli istriani non voleva Tito.
Segno indiscutibile dei tempi nuovi, oltre che della nemesi storica, è stata l’affollatissima cerimonia di beatificazione, svoltasi all’Arena di Pola, del sacerdote istro-croato Miroslav Bulešič, trucidato da fanatici titini il 24 agosto 1947, a soli 27 anni, in un paese della Ciceria (pag. 5). Come il Beato don Francesco Bonifacio, egli pagò per la sua impavida azione pastorale. Su di lui si è sentita un’unica voce stonata: quella di Tomislav Ravnić, che ha in qualche modo giustificato l’assassinio negando che il mandante fosse l’UDBA.
Altri segnali rinfrancanti sono la coraggiosa condanna dei crimini partigiani da parte del vescovo di Sisak Vlado Košić, accusato per questo di “leso antifascismo” (pag. 6), l’omaggio compiuto da un’associazione slovena alla Foiba di Basovizza (pag. 7) e le cerimonie in memoria di alcune vittime dei titoisti nella Croazia settentrionale (pag. 6).
Fa tirare un sospiro di sollievo lo scampato pericolo per Radio e TV Capodistria, che il 1° ottobre dovevano essere trasferiti sul satellite Eutelsat 16° rischiando di non venir più viste da gran parte dei telespettatori in Slovenia, Croazia e Italia, ma che invece, grazie ad un’efficace mobilitazione transfrontaliera, sono rimaste sul satellite HotBird di Eutelsat e nella piattaforma digitale italiana TivùSat (pag. 8).
Una buona notizia è anche la resa del Governo croato alle richieste di Bruxelles riguardanti la legge sull’estradizione. Si sono così poste le basi affinché l’ex dirigente dei servizi segreti jugoslavi Josip Perković possa essere processato in Germania per l’omicidio di un dissidente croato nel 1983. Il Sabor ha inoltre istituito una Commissione d’inchiesta parlamentare sui crimini dell’UDBA e le complicità successive.
Quanto alla collaborazione tra esuli e residenti per preservare la fiammella dell’italianità nell’Adriatico orientale, segnaliamo il pellegrinaggio dell’Associazione delle Comunità Istriane a Santa Domenica di Visinada a 70 anni dal martirio di Norma Cossetto, in memoria della quale verrà eretta una stele a Bolzano e si vuole intitolare una scuola a Roma (pagg. 4 e 5), l’omaggio congiunto dei capodistriani esuli e residenti alla tomba dei dieci concittadini uccisi dai tedeschi il 2 ottobre 1943 (pag. 7), due iniziative a Lussinpiccolo e l’incontro della Delegazione gradese dell’ANVGD con la CI di Abbazia (pag. 16). Proponiamo inoltre due riflessioni sul recente riuscitissimo Raduno di Rovigno (pag. 16). Un bel frutto dell’interazione tra soggetti delle due parti del confine per rivitalizzare l’italianità in Istria è pure la XX edizione dell’Ex Tempore di Grisignana (pag. 8).
Un ulteriore segnale confortante è poi l’avvio del sito internet e del coro giovanile della CI di Pola (pag. 8). Rincuora altresì constatare che una persona singola volonterosa riesca ad ottenere “giustizia linguistica” persino in località difficili come Arbe (pag. 8). Insomma: potere è volere…
Sul “fronte interno” una novità di grande rilievo è l’interrogazione parlamentare al Ministro degli Esteri sulla strage di Vergarolla presentata dall’On. Laura Garavini e sottoscritta dai suoi colleghi Ettore Rosato, Gianni Farina e Marco Fedi. E’ la prima in assoluto riguardo tale spinosa tematica. Le puntuali argomentazioni e richieste contenute non solo recepiscono le istanze del Libero Comune di Pola in Esilio e degli esuli tutti, ma rendono onore alle Vittime, conferendo finalmente una dimensione politica nazionale, anzi internazionale, a una vicenda per troppo tempo sottaciuta o sminuita. L’auspicio è che tale encomiabile iniziativa contribuisca a far sì che la Repubblica Italiana riconosca ufficialmente quella di Vergarolla come la prima e più micidiale strage (impunita) della sua storia, contribuendo ad acclararne mandanti, esecutori, complici, motivazioni e numero esatto di morti e feriti.
Positivo è che FederEsuli sia stata ricevuta alla Farnesina (pag. 10) e il Gruppo di lavoro tra il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e le Associazioni degli esuli abbia prodotto il bando di concorso per le scuole primarie e secondarie sulla letteratura italiana d’Istria, Fiume e Dalmazia (pag. 11).
Lo scorso mese si sono radunati in Veneto gli esuli dalmati e fiumani nonché i Muli del Tommaseo (pag. 10). A Trieste l’IRCI ha ripreso la sua attività divulgativa (pag. 10), mentre l’Associazione delle Comunità Istriane ha ospitato una mostra sulla marineria delle due sponde adriatiche (pag. 11). A Milano inoltre due musicisti esuli hanno suonato nell’ambito di un progetto legato all’Expo 2015 (pag. 11) e a Busalla è stata dedicata una piazza a Padre Rocchi (pag. 15).
Ma veniamo ora alle cattive notizie.
Stride con l’apertura dell’asilo zaratino la riconfermata chiusura del Consolato d’Italia a Spalato dal 1° dicembre per ragioni di cassa (pag. 3). Rimane senza risposta un interrogativo: come mai nel 1998 la Farnesina reputò strategico istituire una così alta rappresentanza diplomatica che appena quindici anni dopo giudica superflua e sacrificabile? La levata di scudi dei connazionali dalmati, di alcuni parlamentari e di non poche realtà degli esuli ha contribuito a mitigare la radicalità dello smantellamento, vista l’annunciata nomina di un Console onorario. Il Ministero degli Esteri ha inoltre ribadito la propria attenzione verso gli italiani di Dalmazia.
Ha spiazzato tutti noi l’improvvisa dipartita di Licia Cossetto a 70 anni esatti dal sacrificio della sorella Norma. Tale sorprendente coincidenza le ha però ricongiunte nel ricordo dei vivi. A loro abbiamo dedicato un congruo spazio (pagg. 4 e 5). Altrettanto abbiamo fatto con il nostro illustre Socio Mario Frezza (pag. 13).
Questo numero de “L’Arena” esce nuovamente a 16 pagine per poter dare conto di tutti questi fatti significativi. In realtà sono sempre troppo poche, tant’è che per carenza di spazio abbiamo dovuto rinviare diverse notizie, racconti o documenti. Siamo però riusciti ad approfondire anche stavolta alcuni temi economici relativi all’Adriatico orientale: nello specifico quello dei trasporti, che interessa tutti coloro che vi si recano (pag. 9). Abbiamo altresì pubblicato nuove testimonianze sui tragici eventi del settembre-ottobre 1943 in Istria (pag. 7). Inoltre abbiamo inaugurato una rubrica sull’etimologia e la storia dei cognomi polesi e istriani a cura del valente studioso piranese esule Marino Bonifacio (pag. 12).
L’appuntamento è per tutti il 4 novembre a Pola, il 24 novembre a Rovigno e il 6-7-8 dicembre a Padenghe (pag. 3)!
Paolo Radivo