Editoriale del Sindaco/Presidente Tullio Canevari
Buon Natale!
E’ un augurio che faccio, sapendo quanto ne abbiamo bisogno. E’ trascorso, veloce, un anno denso di avvenimenti; si sono succedute tante occasioni, tutte importanti, anche per me, e per diversi motivi.
A Roma, alle celebrazioni del Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, mi ha accompagnato il mio nipotino Giulio, seduto emozionato ed orgoglioso nell’emiciclo del Senato, nel posto che gli era stato riservato.
A Pola, il nostro raduno è stato, come sempre, pieno di momenti importanti, tra questi soprattutto la rievocazione della strage di Vergarolla; ma per me, in particolare, l’esser stato con voi a Brioni e aver rivissuto e, forse, aver fatto immaginare l’atmosfera di tempi senza dubbio più felici.
A Zagabria e ad Abbazia, il Libero Comune di Pola in Esilio è stato ospite dell’Ambasciatrice d’Italia, Emanuela D’Alessandro e del Console, Renato Cianfarani per celebrare, il 2 giugno, l’anniversario della nascita della Repubblica, sorta dalle ceneri fumanti della guerra.
Quest’anno, il 18 agosto, davanti al cippo che ricorda, purtroppo in modo ancora ipocritamente incompleto, l’eccidio di Vergarolla e non i martiri di quella strage, c’era, per la prima volta dopo tanti anni, il Sindaco di Pola. E’ un risultato, per quanto ancora parziale, ma tuttavia significativo, frutto del lavoro discreto e costruttivo di coloro che in Istria sono al nostro fianco, per il conseguimento di un clima di collaborazione e di amicizia che ci faccia sentire, come è stato affermato, a casa nostra.
Il 3 novembre, per ricordare i nostri morti e quelli che sono morti per noi, a cominciare da Nazario Sauro, abbiamo deposto corone nei Cimiteri di Monte Ghiro e della Marina, al cippo di Vergarolla e alla targa che ricorda il dottor Geppino Micheletti, danneggiata nuovamente da stupidi idioti, ma ripristinata, con segno ancora una volta positivo, dalla Comunità degli Italiani di Pola.
A Milano, il 26 novembre, ho consegnato a Simone Cristicchi la targa “Istria terra amata” e la pergamena in riconoscimento della sua opera di diffusione, con lo spettacolo Magazzino 18, della conoscenza della nostra tragedia, in Italia e nel mondo. Nelle brevi parole con cui l’ho ringraziato per tutto questo, ho ricordato il suo coraggio per aver gridato, a Pola, la sua accusa contro il comunismo, Tito, i partigiani: gli dobbiamo, tutti, riconoscenza.
Le note tristi vengono dal tempo, che passa inesorabile, portando via man mano i più anziani, i più attivi, i più saggi. E’ inevitabile, ma ci consola sapere che siamo uniti, senza le lacerazioni interne che toccano associazioni a noi così vicine. Ci consola sapere che tanti lavorano perché non vada cancellato il segno della nostra identità, della nostra presenza nelle nostre terre, del ricordo della nostra civiltà.
Con il ringraziamento a tutti i componenti del Consiglio Direttivo, che dà corpo a tutte le aspettative che, eleggendoli, la popolazione di Pola ha loro affidato; con il plauso al Direttore de “L’Arena di Pola”, che porta nelle nostre case la vita del mondo degli esuli e del mondo di chi vive “de là da mar”, e con l’augurio di un Anno Nuovo sereno, la promessa di ritrovarci tutti, l’anno prossimo, nella nostra Gerusalemme, a Pola Pollentia Herculanea.
Tullio Canevari