Poesie e prose di Domenica Benussi Botterini nata a Pola il 3.8.1902 e morta a Gorizia il 11 maggio 1989
L’ARENA DI POLA
Salve, vecchia Arena
Eretta su lieve colle,
vestigia di antico romano splendore,
orgoglio dei figli tuoi;
ma son spariti,
li ha spazzati via
l’immane tagedia.
Tu rimani per sempre
maestosa, imperterrita a sfidare i secoli.
Il nome tuo ha un valore grande,
sei il testamento muto, ma severo
dei dritti dei tuoi figli traditi,
segnati dalla malasorte.
Portiamo nel nostro cuore
la tua superba immagine,
i brillanti spettacoli canori
sotto il manto di tremule stelle,
l’incontro di tante memorabili serate,
il rimpianto di un tempo che non ritorna.
RICORDI- IMORESSIONI DLL’ISTRIA
Nell’ombra degli abeti, dell’olmo e del gelsomino
nitido tra il verde conosco un paesino;
lo ricordo con rimpianto e nostalgia
poiché mi parla della terra mia,
della mia casa dove sono nata,
dei giorni lieti e dell’età beata.
Ricordo il cielo di un azzurro intenso,
l’aria cristallina, il mare immenso
che infrange le sue spumeggianti ondate
sulle scogliere bianche, levigate;
più volte arriva in porto il peschereccio,
sospinto dalla furia del libeccio,
il levante oppur la bora
che fischia a cento e più all’ora.
Rivedo col pensiero le città non grandi ma ridenti
Dagli antichi e preziosi monumenti.
I filari dei vigneti, degli ulivi
Sui clivi ameni, sui colli seggestivi.
Questa piccola regione della penisola istriana
Da qui così vicina pur da noi tanto lontana
è la terra dove siamo nati, fatti grandi è vero,
ma ormai non è più nostra, l’han data allo stranier
e da quel giorno son passati oltre trent’anni.
Questa piccola terra dallo stampo assai gentile
sembra un grappolo d’uva, sembra un monile.
Di questi pensieri lieti e anche tristi
noi tutti vorremmo farne una una collana
per appendervi ad essa questo grappolo
di quella che fu per noi la nostra
piccola penisola istriana.
NOTTE DI LUNA
O luna che imbianchi le valli
Nell’ora piccina, tu guidi i mortali
ti specchi sul mare spazzato dal vento.
Ovunque distendi il tuo velo d’argento
rischiari del cielo la volta infinita
poi giunge l’aurora anch’essa di bianco vestita
PREGHIERA
Luna vagante nello spazio regina
prosegui silente la strada benigna.
Guarda, illumina
quei luoghi ameni
con gran rammarico abbandonati
ed or nelle tenebre perché strascurati;
di giorno c’è il sole
a dare il coraggio
di notte, o luna abbracciali tu
col tuo romantico raggio.
TUTTI UGUALI
Nel mio silenzio della dimora dei trapassati
tra i filari dei cipressi, dei pini maestosi
la sottile brezza mattutina porta la sua lieve carezza
ai sacri tumuli infiorati da mani pietose
a memoria imperitura, tutti uniti nel comune
amplesso della morte che redime e li rende tutti uguali.
LE BAMBOLE DI MARINA
Piccole, grandi bionde e brune
son le bambole di Marina.
Ne saranno oltre una decina
nella rosea sua stanzetta
a volte le rifiuta, non le accetta,
vuole cambiare; fruga, cerca l’autino,
trova l’orsachiotto, l’ochetta, il cagnolino
vuol prendere tutto tutto quello che vede
ma il fratellino suo non glielo concede.
Marina grida, piange s’impenna
afferra una bambola la scotenna
le strappa il vestitino la sculaccia.
Pentita poi l’abbraccia
le canta la nanna.
Potesse parlare la povera bambolina,
che deve subire i capricci di Marina,
forse direbbe: non fa niente, chi lo sa,
quando sarà grande lo saprà,
che le bambole son fatte per la gioia di tutte
le bambine siano grandi o piccine.
LA BOMBONIERA
Faceva bella mostra
nella vetrina del negozio
ma era stanca di star nell’ozio
la vidi bella di cristallo pregiato
ed eccola al suo posto adatto
ripiena di caramelle amaretti e cioccolatini
gtraditi ai grandi ed ai piccini.
Avanti dunque golosoni
non lanciate solo sguardi,
affondate le vostre mani
prima che sia troppo tardi,
oggi è il giorno di una lieta ricorrenza
auguriamo anche a te, una bomboniera
una lunga e felice esistenza.
Trovarsi tra gente semplice e modesta
o quella di un nobile casato
non ha importanza, per il fatto
che il destino esiste e la fine arriva per tutti
così anche tu , purtroppo, un giorno
sarai ridotta in frantumi per finire nei rifiuti.
UNA MASSIMA ANTICA
Figliolo ascolta, non imboccare quella strada
che a te sembra bella luminosa allettante.
Ricorda…ci sono tante invisibili pietre
che possono farti cadere nel vizio,
nel disonore, nella più cupa disperazione.
Prendi quella tetra, angusta, tortuosa, che porterà
nella luce radiosa, alla vita schietta,
serena e felice.
UN POCO PER TUTTI
Nonostante il ruggito del Leone il nostro Governo
Non va tanto bene; troppi partiti e dissensi, troppo
Rumor tra i nostri onorevoli ministri Piccoli, Preti,
Storti, Malfatti e Malvestiti, sempre pronti ad ingaggiar
Battglia. Se qualcuno di loro fosse propenso nel impugnar
la Lama per Fortuna c’è il Balsamo il rimedio efficace
che riesce a frenare gli impulsi e gli atti inconsulti.
MALINCONICO AUTUNNO
La densa coltre grigia, uniforme
copre la volta del cielo
l’aria è fredda penetrante
a terra il fogliame giallo accartociato
si rincorre in un lieve monotono fruscio
una folata di vento scuote gli alberi scheletriti
strappando l’ultima foglia morta
lontano dal centro abitato
il sommesso mormorio del fiume che scorre
tra gli argini altissimi seguendo
il suo lungo eterno cammino
scende la notte cupa senza luna
e tutto sommerge nella pofonda oscurità
cancellando ogni visione.
PREGHIAMO DIO
Padre nostro che sei nei cieli
e noi qui su questa terra
ascolta la nostra fervida preghiera.
Fa sentire in quest’era inquieta
la tua parola benedetta:
siam peccatori, lo sappiamo
ed è per colpa di Adamo,
come arrivare alla redenzione.
PENSIERINI IN LIBERTA’
La vera pace e profonda fede in Dio è per noi
miseri mortali l’ancora della salvezza, fonte
di sicurezza serenità e pace.
Struggente malinconia, maga malefica
quale apporto tu poni alla vita
al tuo cospetto tutto si annulla
nel buio profondo.
L’esistenza umana diventa castigo
Voglia Iddio annientare questa funeste sensazioni
aprire la strada alla luce, alla speranza
per un futuro placido ne sereno
La fanciullezza è il periodo più felice dell’esistenza.
E’ serena incoscienza, una mera vigliosa promessa.
La virilità è una lotta, una folle corsa verso la meta agognata
che talvolta sfugge ma è la fede in se stessi che mai viene meno
e la speranza che offre sempre il suo prezioso e valido aiuto.
La vecchiaia è un rammarico, un mesto e silenzioso arrivo
senza un ritorno ma è anche l’ambito privilegio della sorete.
Il perdono non è debolezza ma un dono generoso che eleva
e purifica lo spirito; rende felice colui che lo concede.
Il denaro, se abbondante, procura una vita agiata e fa l’uomo contento;
la ricchezza eccessiva lo stanca lo annoia e lo rende infelice.
La salute, questo bene prezioso inestimabile lo si valuta appieno
soltanto quando ci viene a mancare.
LA MIA CITTA’
Beato lui, Antonio Cattalini che si trova a suo agio a Zara, sua
città natale anche dopo 25 anni di dominio straniero. La mia città
è Pola ma quale differenza! Non è più quella di un volta, non sono
a casa mia.