
Tempo fa, scartabellando tra il tanto materiale raccolto negli anni della mia presidenza del Libero Comune di Pola in Esilio, mi ero ritrovato tra le mani tre fascicoli della collana Le cento città d'Italia illustrate, edita dalla casa editrice Sonzogno di Milano a partire dal 1887 e sino agli anni '30 del XX secolo. Erano i fascicoli relativi a Pola, all'Istria ed a Fiume.
Leggendo gli indici pubblicati nelle ultime pagine, ho scoperto che esistevano anche i fascicoli relativi a Trieste e Zara, mentre con una certa sorpresa neanche nell'indice più completo che annovera oltre 200 località italiane ho trovato quello relativo a Gorizia. Ciò non di meno mi era venuta l'idea di raccogliere, per un'eventuale pubblicazione, tutto il materiale relativo alla Venezia Giulia, ahinoi esistita solo tra le due Guerre mondiali, che la gran parte di noi porta nostalgicamente nel cuore, perché dovuta in massima parte abbandonare a causa dell'iniquo trattato di Pace di Parigi del 1947.
Si trattava di pubblicazioni ormai esaurite e fuori commercio, ma mi sono incaponito nella ricerca di quanto mi mancava: da un antiquario di Trieste ho trovato il fascicolo di Zara; l'amico Tito Sidari in una libreria di Milano mi ha trovato il fascicolo di Trieste e, da ultimo, l'amico Paolo Radivo in una Biblioteca di Trieste mi ha reperito e fotocopiato anche quello relativo a Gorizia. C'è voluto più di un anno ma, alla fine, ho avuto tra le mani la Venezia Giulia che volevo riproporre alla vostra attenzione. Si tratta della ricostruzione di un datato ed ormai logoro "mosaico" giuliano, inevitabilmente privo di qualche "tessera", ma in cui i principali nostri "campanili" sono degnamente rappresentati.
Quella che la casa editrice Sonzogno ha inteso far conoscere agli italiani, poco dopo il completamento dell'unità d'Italia, è una Venezia Giulia fatta di leggende, storia, cultura ed arte, un po' particolare perché volta soprattutto a valorizzare le radici romane e veneziane e la cultura italica delle terre neo-annesse al Regno d'Italia all'epoca enfaticamente sostenuta. Ben pochi cenni, ad esempio, si riscontrano in merito al contributo dato al suo sviluppo dagli Asburgo che hanno lungamente posseduto queste terre, portandole per certi aspetti, soprattutto in città come Trieste e Fiume, all'avanguardia dei tempi. Un'ottica un po' partigiana e provinciale che non sorprende considerato il periodo in cui è stata espressa: l'Austria, la nemica di sempre, era da poco stata battuta; a che prò renderle un qualche merito? Allo stesso modo non può sorprendere il silenzio pressoché assoluto relativo alla presenza nella cultura e nell'arte del territorio delle genti slave. Una visione, dunque, un po' monca, ma che sentimentalmente non possiamo non sentire come profondamente "nostra".
Quanto viene presentato è, per quanto attiene ai testi ed alle fotografie, assolutamente conforme agli originali; solamente la grafica e l'impaginazione sono state cambiate per dare al tutto una veste più moderna ed ariosa al fine di facilitarne la lettura. La riconfigurazione e ricomposizione dei fascicoli è opera del tecnico, Alessandro Martellani, della Tipografia Art Group spa, dove si stampa anche il nostro giornale L'Arena di Pola.
Perché ho voluto realizzare questa ristampa che considero un po' una "chicca", data la vetustà e la difficile reperibilità dei documenti originali, ed un po' "il canto del cigno" della mia presidenza che sta per concludersi? Per rinfrescare la memoria, colmare qualche lacuna conoscitiva e soddisfare qualche curiosità dei più anziani di noi che, soprattutto negli anni della giovinezza, non hanno posseduto una mobilità tale da portarli a visitare di persona tutte le località, i monumenti, le chiese... che vi sono descritti; per invogliare i più giovani e soprattutto i nostri discendenti ad andare alla ricerca ed alla riscoperta di quelli che sono stati i nostri "tesori" culturali, artistici ed architettonici fornendo, a tal fine, un modesto strumento per poter confutare le tante "panzane" che oggi giorno le guide locali, senza ritegno alcuno, provano a propinare ai colpevolmente ignari turisti, purtroppo anche nostrani.
In sostanza, quello che con la riedizione di questo testo ho inteso proporre è una sorta di "caccia al tesoro"; una caccia non facile e dall'esito non scontato, perché molto di quanto viene qui presentato è stato cancellato dal tempo; distrutto, depredato, disperso... dalla violenza, cupidigia e stupidità dell'uomo; sommerso dalla sovrapposizione di altre culture che nemmeno l'imperitura "voce delle pietre" riesce talvolta a svelare compiutamente. Una ricerca non facile soprattutto in una città come Zara, praticamente rasa al suolo dai 54 bombardamenti alleati voluti da Tito per cancellarvi ogni traccia di italianità.
Ma non è proprio dal superamento delle difficoltà che deriva la massima soddisfazione?
A tutti, dunque, auguro una buona lettura ed una buona caccia!
Trieste, maggio 2009
Silvio Mazzaroli