Istria - storia

L'ISTRIA DALLE ORIGINI A OGGI di Paolo Radivo

L’Istria dalle origini a oggi

Una penisola dai confini mobili


L’Istria è la principale penisola del mare Adriatico e al tempo stesso lo snodo, a Nord, fra la sua parte occidentale e quella orientale. Ha l’aspetto di un triangolo rovesciato, ma potrebbe anche essere raffigurata come un rombo irregolare o un cuore, a seconda di cosa si intenda con l’appellativo “Istria”. Infatti durante gli ultimi millenni i suoi confini geografici si sono di volta in volta estesi o contratti a fisarmonica. Un nucleo significativo però è stato sempre denominato “Istria” dopo l’insediamento degli Istri (1100 a.C.): quello che va dalla foce del fiume Dragogna alla foce del fiume Arsa e che ha come limite settentrionale l’altipiano della Ciceria. In alcune fasi storiche l’Istria ha compreso però anche l’attuale provincia di Trieste con gran parte del Carso fino al Timavo Superiore. In altri periodi ha inglobato l’intera fascia orientale della penisola fino all’attuale Fiume, con le isole di Cherso, Lussino e Veglia.

I limiti dell’Istria hanno dunque ripetutamente oscillato a Nord e a Nord-Est, ovvero dove la parte marittima interseca la terraferma, dove le aree pianeggianti e collinari lasciano spazio ai rilievi, ma anche dove la penisola vera e propria trascolora nel Quarnero, che a lungo è stato parte integrante della Dalmazia. L’unica barriera naturale oggettiva rispetto ai territori limitrofi sono i monti della Vena a Nord e i monti Caldiera a Nord-Est, entrambi però facilmente aggirabili o via mare o via terra passando lungo la fascia costiera. Ancor oggi non c’è accordo su dove inizi e dove finisca l’Istria. Tutto dipende dall’accezione che si vuol dare a tale termine: geologico-naturalistica, politico-amministrativa o etnico-culturale. Di tale variabile dovremo tener conto in sede di trattazione storica.

Anche sul piano ambientale l’Istria ha costituito fin dall’antichità un’area di transizione. Esiste a Sud e ad Ovest un’Istria “rossa”, dalla forma piatta di tavolato degradante verso il mare, carsico-calcareo e rivestito di terra calcarea rossastra difficile da coltivare perché frammista a pietre e assai bisognosa di irrigazione. Al centro e a Nord-Ovest c’è un’Istria “verde” (o “gialla”), collinare, fertile e ubertosa con terreni marnoso-arenacei ricchi di acque superficiali. A Nord e a Nord-Est si trova infine un’Istria “bianca”, montuosa, rocciosa e carsica, ricoperta da calcari bianchi. La costa occidentale è generalmente bassa e dotata di numerosi porti naturali, quella orientale perlopiù alta e scoscesa, con pochi approdi riparati. La parte della penisola più calda, coltivabile e tipicamente mediterranea è quella marittima e meridionale, la parte più fredda e meno adatta all’agricoltura è quella montuosa, dal clima e dalla vegetazione già in parte continentali.

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